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martedì, Ottobre 8, 2024

A Nilla, in questo nuovo 22 giugno

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Quando dirigi un giornale molte notizie che ti riguardano le salti, perchè è sempre difficile scrivere di se stessi e del proprio lavoro, la promozione di ciò che si fa ha sempre un sapore amaro, perchè è così facile incensarsi, ma i lettori bisogna rispettarli sempre, e quindi alcune volte bisogna sapere perfino tacere anche se si dirige un giornale. Mia sorella Nilla però un articolo se lo merita, non ho scritto di alcune iniziative che abbiamo fatto in suo ricordo, ma non posso tralasciare un personale ricordo in questo nuovo 22 giugno, a 3 anni dalla sua morte.

Mia sorella Nilla è morta improvvisamente, senza nessun preavviso se non quel breve tempo in cui la dottoressa Eleonora con lo staff del 118 ha fatto di tutto per rianimarla. Il suo cuore si è arrestato in un sabato sera di inizio estate, dopo una mattina al mare, un pranzo in cui ha cucinato pasta con tonno e olive, un pomeriggio trascorso serenamente prima ad assistere ad una partita di pallavolo e poi nel suo servizio di ministro straordinario dell’Eucarestia in cui ha portato Gesù agli ammalati.

In serata una riunione con i responsabili e gli animatori del settore giovani di Azione Cattolica, lei era il presidente parrocchiale e non erano state settimane semplici per lei, aveva dovuto faticare a riportare sempre tutto verso l’armonia, perchè c’è la tentazione dietro l’angolo anche negli ambienti più sani. Nilla era dispiaciuta per alcuni episodi, ma qualche minuto prima mi confidò che un cristiano supera perfino le tempeste mettendo Gesù al centro di ogni idea, progetto e iniziativa.

Nilla con gli Amici del Palco durante un pranzo solidale.

Ci salutammo, dandoci appuntamento a dopo l’incontro, saremmo dovuti andare in pizzeria, a festeggiare la pagella di suo figlio Francesco, Gaetano invece aveva concluso il primo anno della scuola primaria ma le pagelle le avrebbero date dopo qualche giorno e Piergiorgio aveva concluso il primo anno della scuola dell’infanzia. Il figli e il marito Gianni rimasero a casa loro e lei andò al piano superiore dove aveva arredato una stanza con due bei grandi divani per ospitare meglio gli amici durante le varie riunioni.

Dopo un po’ sentimmo un tonfo e una sensazione di paura.

Chi c’era all’incontro mi riferì qualche ora dopo che Nilla prima di cadere a terra avesse appena terminato il suo discorso concludendolo con la parola fraternamente. Chiedeva infatti il confronto e il dialogo sincero, trasparente, Papa Francesco direbbe con parresia, e prendendo ogni decisione fraternamente.

Dopo qualche mese quell’ultima parola è diventata un lascito, una missione, un’associazione di volontariato.

Quando arrivai sopra da lei il suo polso già non batteva più, chiamammo i soccorsi, l’accarezzai. Poi la corsa in ospedale, ma in quel tragitto dietro l’ambulanza mandai a qualche amico un messaggio preciso: “Prega, mia sorella sta morendo”.

Avevo capito che non si sarebbe ripresa, una consapevolezza concreta nonostante fosse la più dolorosa e l’unica cosa da fare era accompagnarla da Gesù con la preghiera.

Io e mia sorella M.Stella arrivate al pronto soccorso ci inginocchiammo dietro la porta. Erano quasi le 22 quando sentimmo entrambe un brivido attraversarci tutto il corpo. Ci guardammo e capimmo. Nilla era morta. Per sempre.

Eppure non è proprio così, Nilla è con noi sempre.

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Nadia Macrì
Nadia Macrì
direttore

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