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venerdì, Aprile 19, 2024

I fichi

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I fichi sono tra i più antichi frutti conosciuti: se ne parla già nella Bibbia e gli antichi Egizi li usavano nelle loro cure.

Sembra essere originario dell’Asia Minore, precisamente di una zona detta Caria, da cui il nome Ficus carica; fa parte della famiglia delle Moracee.

Come già detto nel precedente articolo sulla mandorla, il fico è uno dei quattro questuanti, insieme alla mandorla, all’uva passa e alle nocciole.

Quello che noi chiamiamo frutto in realtà è un falso frutto: infatti si chiama siconio ed è l’infiorescenza del fico, che viene racchiusa all’interno di un globo; quando questa matura diventa carnosa e zuccherina e si mangia come un frutto. In realtà i frutti sono i “semini” che troviamo all’interno dell’infiorescenza.

Esistono due specie: la carica sativa, o fico domestico (pianta femmina) e la carica caprificus, o fico selvatico (pianta maschio). I frutti che si consumano sono quelli appartenenti alla pianta femmina, perché la pianta del maschio fa solo da impollinatore.

I fichi, oltre ad essere consumati freschi, si consumano anche secchi, e famosi sono i fichi secchi di Cosenza. I produttori della zona si sono riuniti in un consorzio e hanno ottenuto la DOP, Denominazione di Origine Protetta.

I Fichi
Fichi

I Fichi in Calabria

In Calabria l’origine della coltivazione del fico risale molto probabilmente al tempo della Magna Grecia e l’introduzione nel territorio cosentino è documentata fin dal Cinquecento. Da un importante documento come la Statistica murattiana del 1812 si apprende che i fichi di Cosenza venivano già esportati al di fuori del Regno di Napoli. Inoltre la varietà Dottato, utilizzata per la produzione dei Fichi di Cosenza DOP, veniva descritta nel 1715 da Salvini come di “particolare pregio”, tanto da essere esportata anche oltre oceano; nel 1920 questa varietà la si ritrova negli Stati Uniti con vari sinonimi, tra cui Kadota (tratto da qualigeo.eu).

I fichi sono frutti molto energetici, circa 50 calorie per 100 g, hanno pochissimi grassi e contengono buone quantità di potassio, magnesio, ferro, vitamina C, A e vitamine del gruppo B.

Ha proprietà nutrienti ed è molto digeribile, è consigliato agli sportivi, per il suo effetto tonificante, è lassativo, diuretico, espettorante ed è un emolliente ad uso topico.

Uso interno

Per uso interno è raccomandato a tutti coloro che hanno bisogno di un’integrazione (bambini, adolescenti, sportivi, anziani), per chi soffre di astenia, stipsi.

Per bronchiti croniche, laringiti, tracheiti si può preparare un decotto utilizzando da 40 a 120 g di fichi per 1 l di acqua fredda; si porta a ebollizione e si fa sobbollire per circa 15-20 minuti, si filtra e si assume come uno sciroppo.

Contro la stitichezza si possono consumare in diversi modi: mettendoli a bagno, la sera precedente, in acqua tiepida, e consumandoli la mattina seguente; nelle composte; mettendo a cuocere 3-4 fichi freschi, tagliati in quattro, con un po’ di uva passa, in una ciotola di latte e mangiando il tutto la mattina, a digiuno.

Uso esterno

Il decotto di cui sopra si può usare anche per fare gargarismi contro il mal di gola, e nelle infiammazioni delle gengive. Contro verruche e calli utilizzare il lattice che esce dalle foglie spezzate o tagliando i giovani getti: fare delle toccature mattina e sera. Per far maturare ascessi o foruncoli cuocere dei fichi e applicarli sulla zona.

Fra gli antichi il lattice era adoperato per la preparazione dei formaggi, come caglio.

I Fichi
Confetture di fichi

Confettura di fichi senza zucchero aggiunto

Visto che i fichi sono per loro natura molto zuccherini, si può preparare una confettura di fichi senza zucchero aggiunto.

Dosi: 1 kg di fichi, 1 mela, 100 ml di acqua e 1 limone.

Preparazione: lavare con molta cura la mela, se si utilizza biologica è meglio perché bisogna lasciarla con la buccia, e tagliarla a pezzetti. Tagliare a pezzi anche i fichi e mettere il tutto in una pentola di acciaio, possibilmente con il fondo spesso; aggiungere l’acqua e il succo del limone. Cuocere per circa 45 minuti, mescolando spesso, finché si sarà addensata. Se si vuole avere una confettura più liscia frullare con il minipimer. Nel frattempo sterilizzare i vasetti e i coperchi facendoli bollire, e farli sgocciolare. Invasare la confettura ancora calda, chiudere ermeticamente e mettere i vasetti a testa in giù, fino a completo raffreddamento.

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