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lunedì, Dicembre 2, 2024

Nel mese del libro una rassegna di libri e autori nell’IC Monteleone – Pascoli

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La scuola da sempre insegna a leggere, e gli alunni sperimentano il “peso” dei libri di testo, già dai primissimi giorni di scuola, è dunque fondamentale nel percorso scolastico incontrare e amare i libri e la lettura, oltre alla didattica. Presentando i libri nelle si vuole infatti far emergere il bisogno e il piacere della lettura, con il superamento della lettura come “dovere scolastico”, ma bensì una lettura che possa diventare la condivisione di un’esperienza che coinvolge le emozioni, i sentimenti, le esperienze affettivo-relazionali e sociali.

Ed è questo lo scopo della rassegna “Fioriscono letture”, intrecci di parole, incontri con l’autore a cura della Biblioteca scolastica “Federica Fava” dell’IC Monteleone – Pascoli.

Un progetto curato dall’insegnante Giuseppina Santoro e sostenuto dalla dirigente M.Concetta Muscolino e che vedrà l’alternarsi nelle varie scuole di 4 autori: Nadia Macrì, Nuccia Guerrisi, Raffaella Barresi e Luigi Garlando.


Si parte domani e mercoledì, dai più piccoli dei tre plessi della scuola dell’infanzia (Zaccheria, canoro e San Giovanni) con il libro Pepè, il topo intelligente, scritto da Nadia Macrì e prodotto dalle associazioni Fraternamente e Mammalucco. Una storia che affronta i temi dell’amicizia, della solidarietà e dell’ambiente, ma sfiora anche argomenti non scontati come l’accettazione di sé e l’importanza di tenere presente sempre il contesto in cui si opera.


Un libro che però non vuole solo aiutare a decifrare la realtà appassionando alla lettura e divertendo, ma anche sensibilizzare i docenti e i genitori ed interiorizzare quella consapevolezza che la perdita di un genitore per un bambino segni profondamente il suo percorso di vita e perciò diventa necessario “accarezzare” quel dolore, senza far pesare la loro condizione di “orfani”. 
Il libro infatti sostiene il progetto “L’arte che accarezza“, nato con l’intento di offrire ai bambini di Taurianova che hanno perso un genitore dei corsi d’arte (musica, pittura, danza, teatro) come segno di vicinanza della comunità alla loro sofferenza. A questi bambini (purtroppo in aumento) si sono aggiunti anche i bambini ucraini arrivati in città.

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