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domenica, Marzo 16, 2025

E sarà il “Pipi e patati day”!

Nino Spirlì, già presidente della Regione Calabria, è stato operato al San Raffaele di Milano

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La malattia accomuna, rende squadra o, nel migliore dei casi, famiglia. Un po’ come la politica al calcio, ma con una differenza fondamentale: la malattia unisce perchè ci si immedesima.

L’empatia è qualcosa che si apprende già sui banchi di scuola, durante le interrogazioni, quando i professori ponevano domande difficili a cui non sapevi rispondere. Fortunatamente, non eri tu alla lavagna. Ti immedesimavi nel tuo compagno, che sicuramente aveva studiato tutto il pomeriggio, forse anche più di te, ma presto sarebbe tornato a sedersi con un 4 sul registro.

E in quel breve tragitto di due metri, nessuno osa guardarlo negli occhi, perché finché la campanella non suona, la stessa sorte potrebbe toccare a te.

Sì, potresti essere tu a stringere quel referto che inchioda i tuoi sogni. In quei corridoi la sofferenza è di casa e fai parte di una squadra perfino se non conosci il tuo vicino di stanza.

Tumore. Cancro. Male del secolo. “No, è il male nel secolo”. Così sostiene Nino Spirlì, già presidente della Regione Calabria, “nel periodo più difficile, senza eguali nella storia dell’umanità”.

A Taurianova Nino Spirlì è stato sempre Nino Spirlì, autore, regista, scrittore, attore per vocazione. Politico per “fratellanza”. Sì, per sua “sorella” Jole Santelli. Un’amicizia grande, più della sua casa romana, in pieno centro.

Presidente e vice presidente prima, più che politico, perchè se “l’abito non fa il monaco”, la spilla della Lega non fa il politico. Uomo più che politico, prima che politico. Di un partito a cui non apparteneva, e in fondo lo sapevamo tutti. Ci è voluto del tempo però per capire che Jole desiderava avere accanto la sua “coperta di sicurezza”. Calda come quella sul divano di casa. Illusi i leghisti che ci avevano creduto, dimenticando che Nino Spirlì ha vissuto tanti anni a Parigi, e da lei avrà imparato ad essere una “vecchia madame snob e popolare”.

Si è messo in gioco per fratellanza, ma non è rimasto a guardare La Calabria da quel decimo piano.  Indossando una tuta e un paio di scarpe bianche, è sceso in campo. “Sono stato nelle case dei calabresi, ma mai nelle tasche dei calabresi”. Già perchè se non fosse stato un uomo prima che un politico, avrebbe fatto la fine di altri governatori, e invece ha governato a mani nude, ma a mani vuote.

Quando una squadra perde, diventiamo tutti allenatori, e allo stesso modo ci trasformiamo in politici e amministratori davanti a un problema. Dalle nostre poltrone comode o dietro una tastiera, abbiamo sempre la soluzione perfetta e la critica pronta. Tuttavia, governare dopo la morte improvvisa dell’amica Jole Santelli e durante una pandemia, è una sfida che non augureremmo a nessuno. Lui l’ha affrontata, e forse inconsapevolmente, “quell’annata” è stata la sua prova del nove.

Perchè il tumore al pancreas è uno dei più terribili, eppure Nino Spirlì non si è pianto addosso pur sapendo che sarebbe potuto inciampare o cadere rovinosamente. Con forza, coraggio, fede, è andato controvento. Ha iniziato a ballare, per se stesso e per la sua mamma. E forse basta questo per meritare tutta la nostra ammirazione. Perchè Nino Spirlì ci sta insegnando a non rassegnarci mai. A stringere i lacci delle scarpe e ballare. Camminando si possono intraprendere anche strade sbagliate, quando non puoi permettertelo, devi ballare. Anche da solo.

Sarebbe più semplice mettersi in un angolo e piangersi addosso, danzare da soli su una pista vuota, osservati da tutti non è affatto facile, ma è ciò che rende ancora una volta Nino Spirlì, l’uomo, l’amico, l’attore, il presidente che entra nelle case con ricette di vita.

Non condivide un dramma, non sarebbe giusto, condivide il ring. Quella partita tutta da giocare, tutta da vincere. E festeggiare insieme. Il “Pipi e Patate day” sarà la festa di tutti. Della semplicità, Dei sapori della nostra terra. Della debolezza della sanità calabrese. Della forza delle risate. Del monumento a quell’ici ca. Alla villa, poco lontano da quel giardino “Jole Santelli” che aspettiamo. Non perchè è morta, ma perchè ha ballato a piedi nudi anche lei.
Il “Pipi e Patate day” sarà il palco delle battute di Nino Spirlì, magari anche sui politici, quelli che lo inondano d’affetto (di destra e di sinistra) e quelli che lo avrebbero voluto morto, ma se campa…

E lottiamo! E balliamo! E campiamo!

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Nadia Macrì
Nadia Macrì
direttore

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