Aveva ventotto anni, eppure ne portava mille nelle mani, negli occhi, nella voce di chi sognava un Sud diverso, da difendere. Walter Schepis non è mai andato via: cammina ancora tra le vie di Taurianova, tra le parole che ogni anno tornano a cercarlo, tra gli abbracci che il tempo non dissolve.
Al cimitero di Radicena dove Walter riposa, questa mattina c’era chi non ha mai smesso di parlargli sottovoce, di sentirlo accanto nei giorni difficili e in quelli di speranza. Familiari, amici, volti istituzionali e cuori fedeli si sono stretti in un silenzio che dice più di mille parole. Tra loro, Elly Schlein, venuta a Taurianova non per dovere, ma per riconoscere in Walter un faro che illumina anche chi non l’ha mai incontrato.
Accanto a lei, volti amici di sempre: Roberto Speranza, Nico Stumpo, Arturo Scotto, Giovanni Accardi, Patrizia Papale. E poi Nicola Irto, Antonio Morabito, Mesa Gerace, Simone Marafioti e tanti compagni. Non un semplice ricordo, ma un legame. Un incontro di cuori che, anno dopo anno, si rinnova come rito laico della memoria.

Dopo la cerimonia Elly Schlein si è recata nella Libreria Accardi, dove lo spazio dedicato a Walter accoglie tutti con la stessa discrezione che lui aveva nella sua forza. Tra giornali e libri, una teca custodisce ogni anno un nuovo libro della collezione personale di Walter, che ricostruisce un tempo che non si dimentica. Quest’anno è stato Carte da decifrare di Ivano Fossati, un libro e una canzone che Walter amava. E c’è un passaggio nel libro, segnato proprio da Walter.
“Il mio vero metodo” scrive Fossati “è non avere metodo…certo qualche regola c’è, ma sono regole non scritte, non codificate. Però c’è qualcosa che mi preme sottolineare. Una regola? Forse la si può chiamare così. Mi piace riuscire sempre a collaborare con me stesso”.
«Walter – ricorda la libreria Accardi – si sfidava ogni volta, voleva essere tutto: giusto, fragile, vero. E lo è stato. Lo è ancora. Nelle battaglie che oggi portiamo avanti». Per tanti è stato un amico, un compagno, un confidente. Per molti, un esempio. Oggi è anche un simbolo: non di nostalgia, ma di possibilità.
Il libro ha posato Elly Shlein nell’angolo “Le letture di Walter”, con un gesto lieve e profondo, a colmare una distanza che ormai non c’è più. Perché Walter continua a far incontrare le persone, a generare relazioni, a seminare pensieri e futuro.

«È chiaro che se, dopo 21 anni, siamo ancora qui a ricordare Walter, è perché ha lasciato un segno profondo nella vita di ciascuna e ciascuno di voi. Un segno – ha detto la segretaria nazionale del PD – che resiste nel tempo, che continua a unire, a far nascere incontri, come questo. Credo che possa essere un esempio forte per tanti giovani di oggi: il suo impegno politico, portato avanti con passione, determinazione e tenacia, continua a ispirare.
Certo, forse aveva un metodo tutto suo – o forse nessun metodo – ma funzionava, perché ha saputo lasciare qualcosa che va oltre la sua presenza.
Da come me lo avete raccontato, ha sempre saputo coniugare l’amore per il suo paese, la voglia di lottare per ciò che è giusto, e un legame profondo con questa terra bellissima. E allora sì, portiamola avanti, questa sua eredità».
Perchè Walter è la terra che cresce, è il libro che aspetta di essere letto, è il nome che si sussurra tra amici, è la politica che abbraccia, non che divide. È la poesia che resta.